Secondo la Cisl
scuola, per il recupero del 2013 non serve attivare ricorsi, ma rivendicare
risorse.
Perché il recupero
di validità dell’anno 2013 ai fini delle progressioni economiche non può essere
deciso da sentenze, in quanto non ci sono da rimuovere norme che lo
impediscano: il problema è costituito dalla necessità di individuare la copertura
economica per tale operazione.
È bene
esserne consapevoli, anche per valutare con la dovuta attenzione iniziative che
non hanno alcuna reale possibilità di portare a soluzione un problema di questa
natura, oltretutto col rischio di esporre gli interessati, come già si è
verificato, a ripercussioni economiche in caso di soccombenza in un eventuale
contenzioso.
Per capire
come stanno realmente le cose, è utile ricordare l’esperienza già vissuta, a
suo tempo, quando si trattò di rendere validamente operanti ai fini della
maturazione degli scatti di anzianità gli anni 2010, 2011 e 2012, oggetto del
blocco stabilito dal DL 78/2010 del Governo Berlusconi (art. 9, comma 23). In
tale circostanza, per rendere possibile il recupero degli anni “sterilizzati”,
le indispensabili coperture finanziarie furono individuate nel modo seguente:
· per il 2010 si utilizzò una parte dei
risparmi derivanti dalla riduzione degli organici (Tagli Gelmini - Tremonti)
· per il 2011 si stabilì, attraverso un
contratto integrativo (CCNI del 13 marzo 2013), di utilizzare una parte degli
ulteriori risparmi per riduzione degli organici e una parte delle risorse
destinate al fondo MOF
· per il 2012, la copertura fu
ottenuta, attraverso un nuovo contratto integrativo (CCNI del 7 agosto 2014),
recuperando ulteriori risorse a carico del MOF
Per il
blocco del 2013, conseguente a un provvedimento adottato dal Governo Letta (DPR
122 del 4 settembre 2013), la norma avrebbe consentito di recuperarne la
validità, anche in quel caso utilizzando a tal fine risorse da individuare tra
quelle disponibili in sede di contrattazione: poiché tuttavia non si ritenne di
poter ridurre ulteriormente quelle del fondo MOF, vennero meno le condizioni
per ripetere l’operazione già condotta per ridare validità al 2011 e al 2012.
Negli anni
successivi, in più occasioni, furono avanzate richieste a Governi di diverso
colore, affinché fossero stanziate specifiche risorse – per un importo
stimabile in circa 600 milioni di euro – finalizzate al recupero di validità
del 2013. Questa rimane anche oggi l’unica strada percorribile, ben sapendo
tuttavia che tali risorse, qualora erogate, sarebbero certamente considerate
dal Governo un costo contrattuale di cui tenere conto nei successivi rinnovi.
Quanto alla
sentenza n. 178/2015 della Corte Costituzionale, cui fa riferimento chi propone
di attivare azioni di contenzioso, è bene precisare che la stessa non
riguardava le norme sul blocco delle progressioni decise nel 2010 dal Governo
Berlusconi, né quelle reiterate dal Governo Letta nel 2013, ma solo
l’illegittimità di un prolungato blocco della contrattazione collettiva per
ottenere risparmi di bilancio attraverso la mancata rivalutazione delle
retribuzioni del personale.
Il principio
stabilito dalla sentenza ha trovato applicazione con lo sblocco,
successivamente intervenuto, dei rinnovi contrattuali, nel cui ambito la
questione del recupero di validità del 2013 avrebbe potuto essere affrontata.
In assenza di specifiche e adeguate risorse aggiuntive, l’unica via
percorribile sarebbe stata l’utilizzo di una quota delle risorse disponibili
per tale finalità, naturalmente sottraendole ad altre destinazioni.
In forza
delle considerazioni fin qui svolte, la CISL Scuola non intende promuovere
iniziative prive di reale fondamento e di prospettiva, né ritiene giusto
sollecitare le lavoratrici e i lavoratori ad attivare improbabili e rischiose
azioni di contenzioso. Proseguirà in altre sedi un’azione costante, determinata
e credibile per ottenere la giusta valorizzazione, anche retributiva, di tutto
il personale della scuola: incalzando ogni giorno la politica con proposte
qualificate e serie, richiamandola con forza alle responsabilità che deve
assumersi verso la scuola e il suo personale; presidiando a ogni livello le
sedi di confronto e di contrattazione, come la CISL Scuola ha sempre fatto,
dando priorità alla concretezza dei risultati possibili. Una linea responsabile
e seria, che non contempla azioni rivolte a scopi prevalenti di autopromozione,
estranee alla cultura e alla storia di un’organizzazione che anche per questo,
e non per caso, si conferma come la più rappresentativa nel mondo della scuola.